Pillole di Risk Governance: Know-how del lavoratore. Limiti di tutela e implicazioni strategiche per l’impresa

Sentenza (Tribunale di Palermo, Sez. V civile, sent. n. 3000/2023)

1. Executive summary
La sentenza n. 3000/2023 del Tribunale di Palermo chiarisce un principio chiave per la governance d’impresa: le competenze del lavoratore non costituiscono automaticamente know-how giuridicamente tutelabile. In assenza di segretezza, misure di protezione e condotte scorrette dell’azienda, l’utilizzo delle competenze maturate dal dipendente è legittimo e rientra nella fisiologia del rapporto di lavoro.

2. Principio di diritto (in sintesi)
Il know-how è tutelabile solo se ricorrono tutte le seguenti condizioni (artt. 98–99 CPI): informazioni segrete (non note o facilmente accessibili nel settore); valore economico in quanto segrete; misure adeguate di protezione adottate dal titolare; acquisizione o utilizzo contrari alla correttezza professionale. In mancanza anche di uno solo di tali requisiti, la tutela non opera.

3. Esito del caso
Il Tribunale ha rigettato la domanda del lavoratore perché: l’apporto tecnico non era specificamente individuato né provato; le informazioni non risultavano segrete; non erano state adottate misure di tutela preventiva; non vi era alcuna condotta scorretta da parte dell’impresa. Conclusione: nessun indebito sfruttamento del know-how.

4. Implicazioni strategiche per il Board
Rischio legale – Il contenzioso sul know-how è governabile se l’impresa struttura correttamente contratti e processi. Le rivendicazioni ex post dei lavoratori hanno scarse possibilità di successo senza prova rigorosa.
Governance – Distinguere chiaramente tra competenze individuali e asset immateriali aziendali. Evitare ambiguità contrattuali che possano alimentare aspettative infondate.
Organizzazione – Il know-how non nasce automaticamente dall’innovazione tecnica. Senza segretezza e protezione, l’asset non esiste giuridicamente.

5. Indicazioni operative
Per ridurre il rischio e rafforzare la posizione dell’impresa: chiarire nei contratti il perimetro degli apporti tecnici; formalizzare procedure di gestione del know-how; adottare misure organizzative coerenti con la disciplina del segreto industriale; evitare approcci informali nella gestione delle competenze strategiche.

6. Messaggio chiave per il Board
Il know-how non si presume. Si costruisce, si qualifica e si protegge. In assenza di una strategia legale e organizzativa, il valore tecnico resta economico, ma non giuridicamente difendibile.

  • Il know-how non si presume: le competenze del lavoratore sono tutelabili solo se segrete, protette e chiaramente individuate (artt. 98–99 CPI).
  • Rischio legale governabile: senza prova di segretezza, misure di protezione e condotte scorrette, l’utilizzo aziendale delle competenze è legittimo.
  • Priorità di governance: distinguere competenze individuali e asset immateriali, strutturando contratti e processi per rendere il know-how giuridicamente difendibile.